Descrizione Progetto

Kaiya Collective è un’agenzia di produzione cinematografica indipendente fondata nel 2020 in Sri Lanka dal regista italo-srilankese Suranga Katugampala con l’obiettivo di dare spazio a una nuova generazione di film maker locali e coltivare connessioni artistico-culturali tra lo Sri Lanka e il resto del mondo. Nei diversi progetti messi in campo, Kaiya Collective privilegia un approccio partecipativo e comunitario alla realizzazione di film object (film, cortometraggi, documentari, installazioni di video-arte, video-clip), puntando al coinvolgimento di persone e territori che diano all’intero processo produttivo una dimensione corale e plurale. Tra le produzioni e le attività avviate dal collettivo c’è “Urban tropical”, un progetto multidisciplinare di pratiche cinematografiche partecipative realizzato nei quartieri Corvetto e Porto di Mare, alla periferia sud-est di Milano. I percorsi laboratoriali di “Urban tropical” sono confluiti nella fase di sviluppo del lungometraggio “Still Here” di Katugampala, ambientato in una metropoli post-futurista su un’isola nel mezzo dell’Oceano Indiano. Nel passaggio dall’Italia della periferia milanese allo Sri Lanka che fa da sfondo alle riprese di “Still Here”, il regista e il collettivo fanno i conti con la gravissima crisi economica in cui il paese del subcontinente indiano è precipitato nel 2021, dopo decenni di cattiva gestione da parte del clan al potere. Dall’esigenza di inglobare nell’attività artistica le istanze della realtà è nato il progetto “Goodbye, Lotus Club”, un documentario dedicato alla caduta del clan dei Rajapaksa e alla crisi economica in cui versa il paese.

Il rapporto tra la Fondazione Pianoterra e il regista Suranga Katugampala è nato nell’ambito del Premio Mutti per il cinema migrante, che il regista si è aggiudicato nel 2015. La Fondazione ha seguito successivamente la nascita del Kaiya Collective e ne ha sostenuto le attività. In particolare, ha supportato il collettivo nella stasura dell’idea progettuale di “Urban Tropical” e nella ricerca di fondi per la sua realizzazione, e ha contribuito alla produzione del documentario “Goodbye, Lotus Club”.