Descrizione Progetto
Nell’Albania del nord un pugno di paesini vive in un tempo e in uno spazio sospesi, al di fuori dal tempo e dallo spazio della contemporaneità. La vita e la morte degli abitanti è scandita dalle norme antichissime del Kanun, un codice etico tramandato per secoli oralmente e fissato per iscritto solo agli inizi del XX secolo. Tra queste, una atavica secondo cui l’unico modo per lavare via l’offesa del sangue, ossia la colpa dell’omicidio, è attraverso il sacrificio di un’altra vita. Il principio alla base del meccanismo della faida, noto anche ad altre latitudini, che qui assume un aspetto drammatico quando colpisce i bambini: poiché la casa è ritenuta un luogo sacro e inviolabile, i bambini di famiglie che secondo il Kanun dovrebbero pagare il loro tributo di sangue sono costretti a un’esistenza confinata tra le pareti domestiche, perché uscire significherebbe esporsi al rischio di essere uccisi.
Keti Stamo, psicologa e regista di origini albanesi, ha approfondito la storia di questi bambini per portare la loro storia a conoscenza di un pubblico più ampio. Utilizzando il sogno e la narrazione onirica ha condotto dei laboratori con un gruppo di bambini, lavorando assieme a loro per diversi mesi per accompagnarli in un percorso di esplorazione e racconto delle loro giornate e delle loro vite, facendo leva sulla loro immaginazione come elemento di creatività e guarigione. Da questa esperienza scaturirà un film documentario, “I figli di Caino” (2021).
La Fondazione Pianoterra, ha contribuito alla realizzazione di questo progetto supportando in particolare la realizzazione dei laboratori condotti da Keti Stamo nel nord dell’Albania. Il film ha inoltre vinto il Premio Mutti alla creatività nel 2019.